Labbinamento fra cibo e vino non è, e non
deve essere considerata una scienza esatta, i nostri confratelli transalpini
lo chiamano Mariage (matrimonio), un termine appropriato:
il migliore. Chi di noi potrebbe con aristotelica certezza dire se una
coppia sarà felice, se quellunione durerà nel tempo?
Lo stesso, con i dovuti distingui, vale anche per il cibo e il vino,
in primis lordine, a volte il protagonista è il cibo: si
pensa a quella portata e poi si cerca il vino adatto, altre volte è
il contrario: si parte da una bottiglia importante e attorno
ad essa si costruisce un menu.
Esistono alcuni metodi, riconosciuti come i migliori: il metodo Mercadini,
utilizzato dalla A.I.S. (Associazione Italiana Sommelier), il metodo
Piccinardi e infine quello Sicheri. Lidea di base è sempre
la stessa associare ad ogni caratteristica del cibo e del vino un punteggio,
il confronto fra i risultati determina la bontà o meno di quellabbinamento,
la difficoltà di questi metodi risiede nel fatto che solo pochi
eletti sanno definire e distinguere con precisione queste caratteristiche,
i più, come il sottoscritto si lasciano guidare e dal proprio
gusto e dalla propria testa.
Io ho semplificato questi metodi e ne ho elaborato uno personale, che
nulla toglie a quelli ufficiali, anzi si colloca molti gradini più
in basso, ma ha linnegabile pregio della semplicità e della
immediatezza.
Innanzi tutto io sono per gli abbinamenti in sintonia di gusto, esistono
anche delle correnti di pensiero che prediligono gli abbinamenti per
contrasto, idee rispettabilissime ma contrarie alle mie più profonde
convinzioni. Ritornando al termine Francese io rispetto le coppie omosessuali,
ma da ex-studente padovano sono un convinto eterosessuale: ho sempre
tirato una lunga riga sui muri dei cessi universitari, dove campeggiava
il detto goliardico chi ama la
qui tiri una riga
e il fatto che mi sia laureato con due anni di ritardo dipende dalla
profezia: chi ama la
se laurea a fadiga.
Dunque dato per scontato labbinamento per affinità elettive,
cibo e vino devono essere amanti, coppie affiatate, complementari, mai
deve avvenire che uno sovrasti laltro, soffocandolo con la propria
forza, anzi se dal sorso nasce la voglia del boccone e dal boccone il
desiderio del sorso allora la coppia sarà felice e la felicità
sarà condivisa da tutti i commensali.
Qui a fianco il mio nume tutelare: la vedova più famosa del mondo
Nicole Barbe Ponsardin vedova Clicquot in arte Veuve Clicquot-Ponsardin
e nullaltro. Donna dal polso di ferro, rimasta sola alletà
di 27 anni (nel 1805), condusse lazienda del marito sino a farla
diventare una delle più famose al mondo. Mentre Napoleone tentava
inutilmente di conquistare la Russia, Nicole ci riuscì senza
spargimento di sangue ma solo di Champagne. Nella sua lunga vita ebbe
modo di inventare e perfezionare il remuage (1816).